Agnes, orfana che stava per perdersi, con Byelo ha potuto studiare, qualificandosi come segretaria aziendale, possedere un terreno e una casa dove vivere con suo figlio.

“Voi avete fatto un gran lavoro stando al mio fianco come non molte persone potrebbero fare. Così solo posso ringraziare e chiedere al Signore di benedire il lavoro delle vostre mani e garantirvi una buona vita. Vi auguro tutto il meglio e che Dio vi benedica e vi dia pace.

Grazie, vostra figlia Agnese”

Dan, un ragazzino di 15 anni la cui madre quasi cieca e malata di AIDS viveva con i suoi tre fratelli in una catapecchia con il tetto bucato e le pareti sbrecciate. Abbiamo provveduto a costruire una nuova casa, a pagare le rette scolastiche ai ragazzi, a fare un micro credito per iniziare un commercio di piccole cose al bordo della strada come si usa tra i villaggi e a finanziare alla mamma un corso di Braille in modo da poter ottenere un lavoro, quale mediatrice culturale, con la comunità di ciechi.

Patrick è un ragazzo tetraplegico costretto a vivere accartocciato in un letto, a causa di una malattia deformante progressiva. La baracca in cui abitava è stata demolita da dei balordi ubriachi, che ne reclamavano il possesso. Ora ha una bella casa nel verde per sé e per la sua famiglia.

Robinson, rimasto orfano a 14 anni si è dovuto far carico dei fratelli più piccoli, con piccoli lavori saltuari, lasciando la scuola. Quando lo abbiamo conosciuto in Febbraio 2011 era disperato. Era stato appena cacciato dalla capanna dove aveva vissuto da sempre con i fratelli. Abbiamo comprato per lui un terreno, costruito due capanna e in seguito anche una casa in mattoni da fittare. Ora si è sposato e ha un figlio di nome Rwotomiya (Dio me lo ha dato).

La polizia portò Geoffrey all’età di due anni all’orfanotrofio St. Jude. Era stato abbandonato dal clan dopo la morte dei genitori e vagava per la boscaglia nei dintorni del campo profughi di Pabo. Essendo un bambino particolarmente problematico che stava molto a cuore della cofondatrice di Byelo, Sveva de Bartolomeis, avevamo deciso di comprare per lui un terreno che gli sarebbe stato consegnato all’età di 18 anni. Intanto Byelo gestisce il terreno, che viene coltivato da persone bisognose, finché nel 2020 diventerà di proprietà di Geoffrey. Noi lo seguiremo sempre in ogni passaggio.

Pamela e Nancy hanno una cosa in comune. Sono orfane di entrambi i genitori, morti di AIDS. Pamela rimase sola con il fratellino maggiore all’ ètà di 6 anni. Nancy aveva 7 anni quando perse entrambi i genitori e fu affidata ad uno zio. Byelo approfondendo la loro storia decise di offrire un punto fermo a due vite travagliate per un futuro migliore. Salvare Pamela dai pericoli che correva, da ragazza oramai sedicenne, completamente sola in un contesto come quello di Gulu del dopoguerra. Sostenere Nancy ed i suoi piccoli orfani, dei quali ha voluto prendersi cura, per evitare che dovessero soffrire come ha dovuto soffrire lei. Oggi ambedue hanno un terreno e una casa per poter costruire un futuro dignitoso.

Christine ha solo 37 anni 10 figli, un nipote e un marito anziano. Loro non avevano ne terra, ne casa, ma occupavano delle capanne dalle quali furono regolarmente cacciati. Si nutrivano prevalentemente di bucce di patate crude. Byelo ha comprato un terreno e costruito una casa in mattoni. Tre dei loro figli fanno parte del nostro progetto scuola.

Tutti gli abitanti di Karpur sono agricoltori o in proprio o a giornata. Lo scopo del progetto a lungo termine era di trasformare la terra delle famiglie contadine, che sono riunite in una cooperativa agricola organizzata dalla Missione, in fattorie eco compatibili. Gli abitanti beneficiano ora di un concime organico e particolarmente ricco a costo zero e sono sollevati dall’ingente costo del fertilizzante chimico necessario per ogni raccolto. Sono state costruite 20 vasche per il compostaggio. Foglie secche di teak, disponibili in grandi quantità, e specifici vermi fanno il resto, trasformando il materiale organico in un fertilizzante organico molto ricco.

Byelo ha finanziato l’installazione di un mulino elettrico in una zona profondamente rurale e distante da altri centri abitati dove tutto il lavoro veniva fatto a mano nei mortai.
Per le donne era un compito lungo e faticoso tra i loro tanti oneri che vanno dalla raccolta dell'acqua e della legna, alla cucina, ai campi, ai figli. Tenendo presente che la polenta è la base dell'alimentazione, macinare il mais e il miglio era un impegno quotidiano. Il semplice Mulino realizzato, ha sollevato enormemente tutto il villaggio e la zona circostante.

Il luogo di edificazione del pozzo si chiama Nia che fa parte del dipartimento di Arbolè a circa 100 Km dalla capitale del Burkina Faso. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Wend Barka Onlus. Questo villaggio era sprovvisto di qualsiasi servizio e si trova immerso nella savana. Oggi le donne, che di solito si occupano di tutti i lavori domestici e dei campi, non sono più costrette a fare lunghissimi percorsi per procurarsi acqua potabile.